mercoledì 19 dicembre 2007

Vita da Tifoso - Torino vs. Roma 3-1 (Coppa Italia)

Ok, va bene. Ammetto di essere un cretino.

Oggi un Recoba spettacolare ha fatto una doppietta fantastica, soprattutto un primo goal da 40 metri che Dio ci scampi! E poi altri assist, altre magie. Che dire? Faccio mea culpa, e per una sera mi godo la vittoria larga larga… Ma da quanto non si vinceva così?

Non aggiungo altro, solo due cose: vedere in porta il cuore granata di Alberto Fontana (che alla fine salva pure il risultato!) mi ha fatto impazzire di gioia, ed il goal di SuperComotto, beh, ragazzi… Maledetto Donadoni, che cosa cacchio aspetti??

P.S. : Ora, io ho ammesso di essere un cretino. Ma se Domenica con il Napoli Alvaro non si ripete, alora c’avevo ragione io!


Vita Quotidiana - Tanti Auguri!


Tempo di Natale, tempo di auguri, da fare e da ricevere.

Approfitto del mio blog per mandare gli auguri a tutti quelli che mi stanno attorno, chi per piacere e chi per obbligo: in un modo o nell’altro sono le persone che rendono la mia vita più ricca, e nonostante le difficoltà, più bella da vivere.

Per cui, tanti auguri….

Ai Ragazzi della Roman Volley tutti, ed in particolare a quella della squadra B con cui ogni tanto mi alleno e che sperano sempre che un meteorite mi tolga di torno…

Ad Antonio & Gianluca, che sono amici di cui fidarsi. E non è mica una roba da poco!!

A Riccardo, che se sei triste basta che lo chiami e la sua gioia di vivere ti farà cambiare stato d’animo in 5 minuti.

Ad Alessandra, la donna-ciclone, che senza di lei le serate non sono per niente la stessa cosa.

A Stefano, che quando mi parla delle sue passioni gli brilla tutto!

A Bruno, il gigante buono.

A Simone, che è un ragazzo affettuoso e dolce anche se coperto di cuoio.

A Massimo & Marco, senza i quali le domeniche d’estate non sarebbero state così divertenti.

A Luca, che avevo sottovalutato e non finirò mai di dirgli quanto mi sia sbagliato.

A Marietto, che ha un corpo bellissimo e invece fa sempre un sacco di complimenti al mio!!

A Francesco Meggie, che a Torino non ci cagavamo perché siamo due stronze e sono dovuto venire a vivere a Roma per capire che persona sia.

A Salvatore, che con la sua bandana arancione ha trasformato una serata così così in una memorabile.

A Gianni, che è l’uomo più serio del mondo. E l’unico che riesca a giocare a pallavolo da fermo. E pure a vincere.

A Leo, che ci vediamo nei soliti posti da una vita e non ci siamo mai parlati, ma potenza della rete si può diventare amici lo stesso.

A Johnny, che me lo vedo affrontare la neve in corriera per venire a Roma…

A Massimo, per cui Miss Italia continua eccome!

A Marco F., che mi dice che sono bellissimo ma cazzo lui lo è di più! Uffa!

A Michele dell’Alien, che quando mi vede mi sorride e mi abbraccia. E che cosa si può chiedere di più?

A Simona, che quando ti sorride ti cambia la giornata. E che con intelligenza e dolcezza ha saputo farsi voler bene da tutti.

A Dario & Daniele, cui ho reso la vita un po’ difficile quest’anno, ma che spero di dover stroncare di lavoro quanto prima.

A Maria, che ora è pure incinta e come cavolo facciamo senza di te???

A Ferdinando & Andrea, che prima o poi troveranno la casa giusta. Magari a 3 minuti dal Duomo. Magari dentro al Duomo…

A Bertotti, che non bastavano i casini, adesso pure contro la FIAT ci mettiamo, eh?

Ad Angelo, che vuole un fidanzato, e conoscendolo com’è che non ce l’ha ancora?

A Valerio, che non è bionda per niente, ma il businessman più forte che conosca!

Ad Alessandro & Simone, che cacchio, perché avete cambiato palestraaaaaaa? Mi mancate, ragazzi.

A Sergio, che ora che ci sono dentro anche io ho capito che aveva ragione.

Ad Antonio Spitfire, che mi fa morire quando mi parla dei suoi sospiri...

A Silvia K., che per me è come Maradona! Olè!

Ad Enrico il sardo, che quando balla in discoteca balla tutta la città (e scusa per quello che ho fatto… sniff!)

A Salvo, che pensa che io lo trascuri ed invece non è vero! Penso a lui molto più spesso di quello che creda...

Ad Antonio di Bologna, che quando lo vedi hai paura che ti picchi ed invece ha un cuore d’oro.

A Gaetano, che pure lui si sottovaluta ed invece è una bellissima persona.

A Pietro di Pisa, che non lo sento quasi mai ma quando lo sento mi si scalda sempre il cuore.

A Daniele di Genova, che è la dimostrazione che la chimica fra due persone non è un’invenzione da romanzo.

A Enrico (Lumens), che è più bello di quello che lui pensi di essere. Molto.

A Lorenzo, che avrà sempre il cuore di un ragazzino.

A Bruno di Firenze, che rimane il mio Mito Vivente.

A Stefano di Bergamo, che sotto tutti quei muscoli nasconde un tesoro.

A Rinaldo, che è bello e intelligente e fa pure i film con Isabelle Huppert!

A Paolo, l’uomo che sfugge (e si distrae) e che spesso sa di cosa sto parlando. Uno dei pochi.

A Davide & Renato, che sono la coppia più bella del mondo, dentro e fuori.

A Jenny, la donna più divertente del mondo.

A Marco DueEmme, che è un clubber vero e quindi oggetto della mia massima ammirazione.

A Tommaso, l’uomo più paranoico e geloso del mondo che nonostante tutto ha un bel posto in prima fila nel mio cuore.

A Nicola, perché lo penso tutti i giorni. E credo lo penserò per sempre.

Ad Antonio, da cui ho imparato quasi tutto.

A Michela, Francesca e Barbara, a cui mi unisce la Fede Granata ed e i 20 anni trascorsi in Microtecnica. In bocca al lupo per tutto, ragazze! E voi mi capite....

To John, my brother, overseas.

To Diane, love you so much, little spanish girl!

A Lorenzo & Paola, che da quando sono un emigrato di lusso nella Città Eterna, le soste nel loro negozio mi mancano ancora di più.

Ad Alessandro (Insy Loan), che quando diventerà uno scrittore famoso se non si ricorderà di me gli spaccherò le gambe.

A Matilde, che è una donna meravigliosa. E che senza di lei tenere a bada "Strarompi" sarebbe la cosa più difficile del mondo.

A Giuseppe, che non trova mai pace e che, anche lì, come fai a non volergli bene?

A Francesco, che ogni giorno mi insegna che l’onestà e la rettitudine pagano sempre. E a Franco, che parla poco ma con me ci parla.

A Gilles, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. E ad Andrea, mamma mia che paura!

A Rocco, il mio piccoletto preferito cui non è proprio possibile non volere bene.

A Massimo, con cui mi confronto ogni giorno e ogni giorno ne esco più ricco.

A Michele, il ragazzo meraviglioso che si merita solo la felicità. E che prima o poi gli piomberà addosso che neanche se l’aspetta!

Ad Alessio & Alessandro, i miei figliolini, che ogni tanto si incasinano ma che si meritano tutta la felicità del mondo.

A Cristina, la migliore. Con cui mi capisco anche solo con uno sguardo. (E alla Leonarda di viale Alabama, vero?)

A Massimiliano, che dai e dai, e passano gli anni, ma alla fine rimane sempre lì, piantato nel mio cuore.

A Gabriella, che è l’unica donna al mondo che avrei voluto sposare.

A Roberto, che con gli occhi mi dice tante cose, tutte belle.

E a Tonino, così, semplicemente…

lunedì 17 dicembre 2007

Vita da Tifoso - Torino vs. Roma 0-0

E poi ditemi che non l’avevo detto: il Toro non segna neanche a porta vuota.

Non c’è verso, e la partita con la Roma ne è stata dimostrazione perfetta. Potevamo vincere tranquillamente 3-0 e invece torniamo a casa con tanti complimenti e con un punticino squirfido che non serve a un tubo di nulla.
Buone notizie? Che SuperComotto è sempre il migliore (Donadoni, dove cacchio sei??), che Zanetti ed il Muratorino, passata la giornata di black-out contro l’Inter, sono davvero da Toro e che David & Alessandro, quando impareranno a non sprecare occasioni da goal come nei cartoni animati, sono davvero una Coppia da Urlo!
Ah, dimenticavo, bentornato Sasha!

giovedì 13 dicembre 2007

Vita Quotidiana - L'orrendo segreto di Alberto Stasi!

Come ogni giorno, anche questa mattina prima di arrivare nel mio ufficio sono passato all'edicola di fiducia, e ho acquistato la solita copia de La Stampa, il quotidiano che costituisce l’ultimo legame con la mia città e la mia amata terra d’origine.

Oltre alla fine del blocco dei tir, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutto il mondo industriale e non solo (so di amici residenti tra Parma e Reggio Emilia molto seccati perché le piazzole dove si pratica la caccia al camionista erano desolantemente deserte in questi giorni), all’ennesima grana giudiziaria del Gran Venditore di Auto Usate Berlusconi (sai la novità… ma in galera mai, neh?), sono rimasto sconvolto dalle nuove accuse piovute su Alberto Stasi, unico sospettato nel ben noto delitto di Garlasco.

Ebbene, il titolo a centro pagina, che troneggiava sotto un’inquietante fotografia del nostro, era testualmente “Foto Hard nel PC di Alberto”.

Oddio! Notiziona!

Ora, vorrei tanto sapere: ma questi benedetti giornalisti dove li vanno a prendere? Faranno dei concorsi apposta? Ma qualcuno crede ancora che esista un qualsiasi essere umano fra i 14 e gli 85 anni, soprattutto di sesso maschile ma non ci ci metterei la mano sul fuoco, che non scarichi abitualmente tonnellate e tonnellate di turpitudini in formato digitale? Ma da dove vengono questi pennivendoli illuminati?

Se per caso dovessero mai sequestrarmi il computer, verrei accusato di tutti i delitti rimasti senza colpevole dal 1930 ad oggi. E credo che parte dei delitti considerati risolti sarebbero riesaminati per trovare tracce della mia evidente colpevolezza!
Ho un archivio sul mio PC che farebbe impallidire anche un maniaco sessuale: in più, visto che la mia attitudine ad essere ordinato e metodico ha origini astrologiche, le immagini le ho catalogate elegantemente per perversione, posizione, colore dei partecipanti, numero dei partecipanti, specialità praticata, variazione della specialità praticata e via così.

Poi però, passata l’ondata di indignazione, e dopo aver cancellato alcune cartelle di files veramente troppo compromettenti, per cui avrei potuto essere mandato direttamente alla sedia elettrica senza passare dal via, mi decido a scorrere l’articolo e mi accorgo che forse forse questa volta sono in torto.…
Scopro infatti, seguendo la ricostruzione del brillante editorialista-censore, che il computer del povero Alberto era rimasto “in funzione soltanto 3 minuti: il tempo di scaricare una donna seminuda

Una donna seminuda????

Non ci posso credere! Ecco la vera prova della colpevolezza!
Perché se uno studente di 24 anni, timorato e insospettabile, studente modello, fidanzato fedele e affidabile, stava scaricando una donna mezza nuda, e non una foto di qualche orgia a 7 con delle trapeziste bulgare, una banda di negri allupati e dei cavalli imbizzarriti non può che essere, senza alcuna ombra di dubbio, il crudele colpevole dell’efferato omicidio!

Quindi, caso finalmente risolto, e portate subito il mostro in galera!!!

domenica 9 dicembre 2007

Vita da Tifoso - Inter vs. Torino 4-0

Piovono pietre.

4 per la precisione.
Che Dio stramaledica Recoba, l'Inter, l'arbitro e la juve. Che non c'entra niente ma non importa.

venerdì 7 dicembre 2007

Vita da Gay - Lezione n. 1 : In Palestra


La vita, come si sa, è una vera giungla. E per noi poveri gay tutto è ancora più difficile, soprattutto perché oltre a doverci difendere dagli attacchi esterni, cioè da questa tremenda società eterocentrica che ci discrimina e ci disprezza, dobbiamo stare in guardia dai nostri simili che, come un branco di iene non aspettano altro che i più deboli soccombano, per poterne sbranare la carcassa e farsi un sacco di risate durante il banchetto.
A questo scopo, forte di un’esperienza nel campo che ha contribuito a temprarmi duramente, incomincio la pubblicazione di una piccola serie di semplici lezioncine, ad uso soprattutto delle nuove generazioni, che spero saranno utili per conoscere il nemico e sconfiggerlo.

O anche solo per affrontare meglio la propria omosessualità, ed uscirne vivi.

Lezione n. 1 - In Palestra.

(Ogni frase è seguita dalla sua traduzione.)

Stai facendo dei grandi progressi! = Stai prendendo gli anabolizzanti.

Davvero sei del tutto naturale? = Vallo a raccontare a tua nonna.

Hai un paio di brufolini sulle spalle = A forza di prendere gli anabolizzanti ti è venuta una pelle ripugnante.

Non prendo niente, solo proteine e amminoacidi = Mi distruggo di anabolizzanti.

La prossima settimana cambio tipo di allenamento = La prossima settimana incomincio un ciclo di anabolizzanti.

Si, è vero, sono un po’ fuori forma ma a causa di uno schiacciamento della 3a vertebra ho dovuto rallentare gli allenamenti = Ho un fisico inguardabile perché ho esagerato con gli anabolizzanti e mi si è scassato il fegato.

Ho un po’ di mal di schiena = Ho ingurgitato talmente tante porcate che mi si sono inchiodati i reni.

Una volta curavo molto di più il mio corpo, ora mi interessano altre cose = Sono talmente marcio che dai e dai gli anabolizzanti non hanno più effetti.

Hai delle buone potenzialità = Hai un corpo di merda, se non ti dai una mossa stai fresco.

Stai molto bene con un paio di chili in più = Stai ingrassando, tiè!

Mi sbaglio o sei dimagrito? = Secondo me sei malato.

Stai molto bene con un paio di chili in meno = Sei sicuramente malato.

Tre anni fa eri troppo grosso, ora stai benissimo così snello! = La malattia ti sta divorando.

Ma quanti chili hai perso?? = Devo preparare il vestito per il funerale.

Le gambe sono il tuo punto forte = Il resto fa schifo.

Dovresti concentrarti meglio sulle gambe = Sembri un pollo.

Per i glutei che esercizi fai? = Hai un il culo piatto che sembra una borsa di Borbonese.

Capisco bene, i pettorali sono molto difficili da sviluppare = Se non ti impiantano del silicone avrai sempre il petto piatto come il tavoliere delle Puglie.

Gli addominali non li alleni mai? = Faresti meglio a farlo, hai una panza schifosa.

Dovresti concentrarti meglio sui tricipiti = Hai delle braccia da vecchia.

Non ho mai visto dei bicipiti come i tuoi! = E spero di non vederli mai più! Mi viene il vomito.

Mi piacciono i corpi non troppo grossi = Hai un corpo di merda.

Nonostante la palestra hai un corpo molto armonico = Hai un corpo di merda.

Stai molto bene, ma io preferisco i corpi più definiti = Sei gonfia come una vescica.

Stai molto bene, ma io preferisco i corpi più grossi = Sei secca da far paura.

Dovresti aumentare un po’ i pesi per questo esercizio = Sei proprio una povera pippa.

Li stai usando tu i 30 kg? = Ma non farmi ridere…

No, non sto usando i 6 kg = Ma mi vedi, cretina? Non uso i 6 kg da almeno 20 anni!

Ti secca se ci alterniamo? = Ti togli dalle balle?

Hai ancora molte serie da fare? = Rassegnati, sparisci e lascia spazio a chi si allena sul serio.

Vedo che ti alleni spesso con questa panca = E provare a fare qualcos’altro che sembri un quadro di Picasso venuto male?

Io di solito in palestra non chiacchiero = Ad allenarmi non ci penso neanche, vengo qui per chiacchierare.

Di solito mi alleno duramente, stasera sono stanco per il lavoro = Ad allenarmi non ci penso neanche, vengo qui per chiacchierare.

Non sopporto quelli che vengono in palestra per chiacchierare = Ad allenarmi non ci penso neanche, vengo qui per chiacchierare.

Scusa se non rimango a chiacchierare con te ma sono nel mezzo di una superserie = Sparisci, mostro!

Mi ha fatto piacere parlare con te, sai di solito non chiacchiero con nessuno in palestra = La prossima volta ti metto un metro di lingua in bocca.

Vieni anche tu ad allenarti qui? Ma dai! Non lo sapevo! (Prima versione) = E’ da 3 anni che ti sbavo dietro come una lumaca gigante.

Vieni anche tu ad allenarti qui? Ma dai! Non lo sapevo! (seconda versione) = Merda! C’era proprio bisogno di un altro sgorbio qua dentro??

Quello se la tira da morire e non ha tutto sto gran corpo = Venderei l'anima a Belzebù per portarmelo a letto.

A quest’ora c’è troppa gente ed è impossibile allenarsi! = Ma io vengo lo stesso a quest’ora perché magari rimorchio uno straccio di uomo.

In questa palestra ci sono troppi gay! = Sono un tale cesso che è come se fossi invisibile.

Non sapevo che ci fossero così tanti gay in questa palestra! = L’ho trovata sulla Spartacus e mi faccio tutti i giorni un’ora e un quarto di autobus per venirci.

giovedì 6 dicembre 2007

Vita Quotidiana - Il ministro D'Alema e i gay

Gentile ministro D’Alema,

Passato il primo momento di smarrimento dopo aver letto le Sue dichiarazioni riportate dai giornali di ieri, e passata anche la leggerissima arrabbiatura che le stesse mi hanno provocato, ho deciso di smettere per un attimo le mie faccende da gay perditempo per scriverLe in risposta un paio di cose.

Certo, Lei non le leggerà mai, impegnato come è nella sua attività politica, ma io sono fatto così, e tra una seduta in palestra ed una dal parrucchiere (cose che Lei, gentile Ministro, probabilmente pensa siano le sole che facciano i gay) mi sento in dovere verso me stesso, anche come Suo ex elettore fedele, di farlo.

Vicepresidente D’Alema, Lei è il ministro degli esteri, è stato Presidente del Consiglio, è parlamentare da 6 legislature, e anche se dovrebbe avere una mentalità un poco più ampia dei vari Borghezio, Fini e paccottiglia varia, mi sembra il caso di chiarirLe, come prima cosa, che noi gay non ambiamo al matrimonio come lo concepisce quella vecchia multinazionale che è la Chiesa Cattolica.

Ma che cosa crede? Che non vediamo l’ora che si debba decidere quale dei due coniugi si debba mettere l’abito di tulle bianco e quanto lungo debba essere il velo? Che noi gay non si desideri altro che sposarci in chiesa con la zia suonata seduta in prima fila, le damigelle, il turibolo, il riso all’uscita e tutto questo folkloristico apparato carnevalesco? Ma figuriamoci!

Ministro D’Alema, abbiamo i Gay Pride che assolvono perfettamente il loro compito, non abbiamo bisogno di altre parate in maschera!

Quello che noi vogliamo è che ci vengano riconosciuti dei diritti che in altri paesi, ma non in mezzo ai Mau-Mau ma nella civilissima Europa, sono ormai un dato di fatto: capisco che Lei stia lottando perché l’Italia non sia da meno della Grecia, della Moldavia o di Cipro, che sono tra le poche nazioni in cui non esiste una legislatura in materia, ma cerchi di capire anche il nostro punto di vista!

Sento spesso obbiettare da alcuni Suoi colleghi che ci sono i notai e c’è il codice civile, che se noi vogliamo le regole già ci sono e basta saperle adoperare: ma vede, nella nostra infinita presunzione vorremmo che anche due gay poveri, ignoranti, senza soldi e senza un notaio possano andare in comune e finalizzare serenamente la loro unione. Come tutte le coppie etero. Che gli vengano riconosciuti quei diritti fondamentali che un individuo che paga le tasse dovrebbe avere automaticamente. E che invece in nome di un non ben precisato “rispetto della religione cattolica” vengono sistematicamente calpestati.

Nel Suo brillante intervento, Lei dice “Il matrimonio tra omosessuali, perciò, offenderebbe il sentimento religioso di tanta gente”. Ma come? Ma perché? Come si fa a dire che un unione fra due persone consapevoli possa in qualche modo offendere la sensibilità di qualcuno? In quale punto verrebbe oltrepassato il confine per cui i diritti di queste persone calpesterebbero i diritti di altre persone?

E poi, mi permetta, da quando in qua i diritti fondamentali degli uomini si decidono per alzata di mano? La maggioranza vince? Ma allora, seguendo il Suo pensiero, hanno fatto bene a sterminare gli ebrei in Germania, perché offendevano la sensibilità della maggior parte dei tedeschi! E in Turchia, quei fastidiosissimi armeni? A morte!

E, per favore, non mi parli della Costituzione! Cosa significa che “il matrimonio tra un uomo e una donna è il fondamento della famiglia, per la Costituzione.”? Che anche se il venerabile testo contiene delle regole dettate da alcune ristrettezze culturali del tempo non lo si possa modificare? Non c’è nessun politico o intellettuale a livello dei costituzionalisti dell’epoca? Sono tutti morti?

Allora ripristiniamo il codice di Hammurabi e fanculo al progresso!

(Faccio una piccola nota: chi scrive, nella sua infinita modestia, ha un’ammirazione quasi viscerale per i Padri della Patria e per quello che hanno fatto nel dopoguerra! E rispetto la Costituzione, a differenza di molti suoi colleghi che non esitano a calpestarla. )

Vorrei rileggere con Lei la Sua affermazione che “per la maggioranza degli italiani, è pure un sacramento. Il matrimonio tra omosessuali, perciò, offenderebbe il sentimento religioso di tanta gente”. Cosa vuol dire? Che la religione cattolica è tornata nel weekend ad essere religione di stato? Che quindi non si possa prendere una decisione a tutela di una (ampia, mi creda, molto ampia…) parte del popolo italiano perché una religione non lo permetterebbe? Tenendo conto di quanti tifosi ha la Juventus, corriamo subito a mettere fuori legge il Torino, allora! Se no i tifosi bianconeri si potrebbero offendere!

Addirittura, sono certo che quelli che hanno la barca ancorata in qualche porto turistico diano un gran fastidio a quelli che non ce l’hanno, quindi togliamogliela! E mandiamoli a lavorare in miniera!!!

Io vorrei tanto che i sedicenti cattolici che si possono sentire offesi se due persone che si amano e semplicemente hanno bisogno una dell’altra, o semplicemente hanno alle spalle delle famiglie talmente di merda (ma magari regolari e che vanno alla messa di mezzanotte a Natale) che vogliono vedere i frutti della loro vita passare alla persona amata e non a famigliari assenti, si sentissero feriti da chi ruba, da chi maltratta, da chi usa la violenza contro le donne e contro gli indifesi. Dai razzisti, da chi disprezza il prossimo, da chi spaccia droga, da chi sfrutta i più deboli.

Da chi ruba i soldi dei contribuenti, e non permette che vengano costruiti ospedali decenti dove le persone non muoiano per un’operazione di appendicite.

O da chi, magari, si fa eleggere in parlamento per sfuggire ad una condanna o ancora peggio solo per poter continuare a rubare in pace.

Vorrei che si sentissero offesi da chi va al Family Day e poi di famiglie ne ha 3 o 4. Da chi fa collassare le squillo nei Grand Hotel di via Veneto. O ci fa la predica, e poi tradisce la moglie e mette incinta le soubrettine.

Ma lottare contro la disonestà e soprattutto difendere le minoranze discriminate è faticoso, ed è uno sporco lavoro perché lo possa fare un politico della sua levatura.

Potrei maliziosamente pensare che lei non lo faccia soprattutto perché non porta voti, e non è una cosa che serva ad entrare nelle grazie della gerarchia cattolica.

E che faccia ricevere con moglie e bambini da sua Santità il Papa in persona.

Ho troppo rispetto per la sua intelligenza, e mi rifiuto di credere una cosa del genere, ma mi conceda il beneficio del dubbio.

Per concludere il Suo intervento, poi, Lei dice “Lo Stato, però, deve riconoscere loro diritti civili e sociali. Mi accontenterei di fare la legge”. Si accontenterebbe? Ma grazie davvero! E chi ci deve pensare a fare questa legge? La Carrà? Voi parlamentari di Centro-Sinistra siete stati votati da un sacco di persone che avrebbero scommesso la propria onorabilità sul fatto che questa legge sarebbe stata una priorità.

E li avete traditi brutalmente.

Siete ancora in tempo, e da tifoso di calcio so che a volte una partita compromessa si può cambiare in pochi secondi, ma il 90° minuto per il Governo si sta avvicinando in fretta. Molto in fretta. E se non si finisce mai di tirare in ballo la Chiesa, non vedo nessuna possibilità che una legge del genere venga mai fatta.

Non lamentateVi, quindi, se alle prossime elezioni per Voi sarà il disastro.

Sinceramente Suo

Massimiliano Benedetto

mercoledì 5 dicembre 2007

Vita da Clubber - La Demence (Prima Parte)

Essendo ormai un vecchio arnese da balera, ed avendo ormai calcato le piste delle discoteche finocchie della Madrepatria in lungo ed in largo, sin dai tempi in cui i disk jockeys non adottavano nomi stranieri ma usavano, spesso a sprezzo del ridicolo, il proprio nome e cognome, la necessità di essere sempre “nuovo” sulla scena, e quindi più appetibile, mi ha portato a guardare oltre i patri confini, e a considerare seriamente l’opportunità di girare il mondo di club in club.

Volendo fare le cose per bene per il primo vero viaggio da clubber professionista, dopo un accurata indagine fra i miei conoscenti, decidevo che il posto giusto non avrebbe potuto essere che la Demence, a Bruxelles dove durante l’imminente notte di Halloween erano dati in arrivo qualche cosa come migliaia di uomini anabolizzati e disponibili a tutto.

Di questa mitica serata belga ne avevo già sentito parlare durante le mie prime uscite da clubber, quando ancora pensavo che il tempo passato in discoteca fosse solo tempo perso, e mai e poi mai avrei pensato di potermi imbarcare in un viaggio all’estero solo per passare quelle 4 o 5 (o anche 10 o 15…) ore in mezzo a omacci muscolosi sudati e strafatti.

Ovviamente mi sbagliavo.

La mia strada per Damasco era stata una vacanza a Ibiza, quando, trascinato dal mio fido amico Gillou, mi ero ritrovato nel bel mezzo di un after pomeridiano circondato proprio da migliaia di omacci muscolosi, sudati e strafatti e mi ero reso conto che non c’era altro posto all’infuori di quello dove volessi essere.

La Demence, che mi era sempre stata descritta come il Valhalla dei club europei, meta di tutti i dance-addicted del continente almeno due o tre volte all’anno per i party in assoluto più infuocati del continente, mi sembrava la destinazione perfetta: 12 ore di musica squarciatimpani continua, 3 enormi dancefloors, giganteschi antri proibiti (le malfamate dark room, insomma!), droga a fiumi, uomini discinti, sudore dappertutto, sesso in pista e tutto quello che si poteva desiderare per passare qualche ora in serena e spensierata allegria.

Ovviamente avevo bisogno di complici, per cui ne parlavo con i miei amici, un’affettuosa accolita di avanzi da discoteca ormai all’ultimo stadio, che naturalmente si mostravano più che entusiasti del progetto: avrei intrapreso con loro il viaggio iniziatico verso il Belgio e sarei finalmente entrato a tutti gli effetti nel dorato mondo degli sderenati di prima classe.

Non rimaneva, quindi, che attendere il giorno fatidico.

La sera prima della partenza mi dedicavo alla preparazione di un adeguato campionario di abiti da portare con me per la trasferta: essendo pieno di entusiasmo, ma carente in certezze, pensavo bene di infarcire un’enorme valigia con magliette e canotte di ogni foggia e colore e un numero di pantaloni quasi imbarazzante (ovviamente latitava solo la biancheria intima, ma non avevo nessuna intenzione di usarla); in una valigia più piccola stipavo scarpe, cinture ed accessori, tra cui collane di ogni foggia, catene da pantalone, bracciali e tutto il piccolo corredino da Madonna di Pompei di cui un serio clubber non avrebbe mai potuto fare a meno, mentre in uno zainetto mettevo una congrua quantità di prodotti cosmetici adeguati (stavo andando incontro allo sfascio fisico, ne ero certo, ma ci volevo andare con una pelle idratata e luminosa….), integratori alimentari di ogni genere, un supplemento aggiuntivo di collanine e ninnoli vari, il mio fido personal computer, 3 telefoni cellulari completi di caricabatteria, una guida di Bruxelles e una serie di oggetti vari ed eventuali da cui mi sarebbe stato impossibile separarmi.

La mattina dopo, appena giunto all’aeroporto, mi rendevo orribilmente conto che, preso dall’entusiasmo dell’evento, non avevo tenuto conto delle regole aeroportuali che agevolano i terroristi ma che penalizzano brutalmente i passeggeri normali. Avevo troppe valigie, troppi liquidi, troppo peso, troppo di tutto: per cui, o imbarcavo nella stiva buona parte del mio povero bagaglio, o a Bruxelles ci andavo in taxi.

Un po’ contrariato per la separazione dai miei amati bauli, mi imbarcavo e affrontavo serenamente la trasvolata, passando il tempo abbinando mentalmente canotte e pantaloni, cinture e collane per trovare quella che sarebbe stata la combinazione giusta data l’importanza della nottata: peccato che, nella mia ingenuità, facevo i conti senza l’oste, e cioè senza la nostra amata compagnia di bandiera che con un tempismo ammirevole provvedeva a smarrire tutto il mio bagaglio, rendendo d’un tratto la mia breve iniziazione ancora più avventurosa del previsto.

Dopo aver perso un paio d’ore nella vana speranza che le mie valige apparissero sul nastro di consegna dei bagagli (almeno una canotta, perdio!), e dopo aver fraternizzato con le addette del Lost & Found dell’aeroporto che comprendevano la mia devastante situazione ma in lacrime si arrendevano di fronte all’impossibilità di fare alcunché, furibondo ma rassegnato raggiungevo il mio albergo.

Ero disperato: mi apprestavo a partecipare ad un evento che avrebbe condizionato tutta la mia vita futura e non avevo altro da indossare se non una camicia da bravo ragazzo ed un paio di banali pantaloni usati per il viaggio: certo, con me avevo una quantità di scarpe che neanche Imelda Marcos si sarebbe mai portata appresso e una varietà di bigiotteria da rapper negro particolarmente vanesio, ma affrontare il gelo di Bruxelles in mutande e con un po’ di collane al collo non mi pareva una soluzione praticabile.

Fortunatamente i miei compagni di ventura, squilibrati come me e quindi stracarichi di vestiti, capivano al volo la situazione, e mi imprestavano una delle loro canotte ed un paio di jeans debitamente larghi tanto da calare al punto giusto sotto l’ombelico (molto sotto) e da permettermi di esibire tutto il mio campionario di mosse provocanti una volta giunto sulla pista da ballo.

Dopo un breve, ma intenso (e non aggiungo altro…) pre-party, abbigliati come se stessimo per affrontare la traversata della Siberia a piedi, ci avventuravamo per le strade di una Bruxelles deserta: gli unici esseri umani in giro erano altri clubbers, mandrie di altri clubbers, principalmente di provenienza nordica perché quasi tutti in maniche corte nonostante il gelo devastante

Giunti davanti alla discoteca, il motivo per cui l’Italia viene considerata un paese del Terzo Mondo diventava evidente in modo imbarazzante: nessuna coda, nessun gruppone di gente ululante, nessuna folla, nessun accenno di rissa. Abituato alle masse urlanti e alle code disordinate, ai soliti furbetti che cercano di passarti davanti e a PR feroci che ti trattano come una cacca solo perché sono dall’altra parte della barricata, il fatto di trovarmi di fronte una situazione più da Messa di Natale, con un’organizzazione cordialissima ed efficiente e una piccola e ordinata fila di persone in serena attesa per entrare, mi faceva temere di aver già esagerato con la droga.

Oppure, eventualità decisamente terrorizzante, di essere arrivato troppo presto…

(Continua.....)

lunedì 3 dicembre 2007

Vita da Tifoso - Torino vs. Genoa 1-1

Non importa. Un pareggio col Genoa ci può anche stare, anche se solo ed esclusivamente perché la fratellanza col Grifone è roba storica. I Genoani sono per Genova quelli che i Granata sono per Torino: il cuore sanguinante della città, il tifo vero, radicato, che viene dal popolo. Non come quelle merde bianconere o blucerchiate che infestano le nostre belle città come i topi infestano New York.

Ma passiamo oltre e parliamo della partita: Toro inarrestabile nel primo tempo, con i 3 Tenori Rosina-Recoba-Di Michele finalmente tutti in campo dall’inizio, anche se Recoba più che un tenore sembra il fantasma dell’Opera, un po’ per la vistosa maschera che gli hanno messo addosso e un po’ perché durante la partita risulta incisivo come Belfagor…
Granata più in sordina nel secondo tempo, quando ad inizio ripresa la solita cagata della difesa spalanca la porta al duo Fabiano-Borriello (per la serie: se sono cadaveri di giocatori, contro di noi stai certo che resusciteranno…) e si va sotto di un goal.
Tra un bestemmione e l’altro, una piccola riflessione mi viene spontanea: possibile che i giocatori e gli allenatori del Toro cambino negli anni ma la personalità rimanga la stessa? Possibile che negli ultimi 20 anni non si sia riusciti ad assistere ad una partita senza avere il sacro terrore della minchiata difensiva? Anche la precisione sotto porta, poi, non è proprio prerogativa granata, difatti anche se dovessimo andare in campo con 10 attaccanti più il portiere, e sterminassimo i giocatori avversari a colpi di machete, avremmo comunque difficoltà a segnare un cacchio di goal: per non farci perdere l’abitudine agli orrori, infatti, dopo 9 minuti Di Michele sbaglia un’occasione che mia nonna paralitica probabilmente avrebbe finalizzato ad occhi chiusi.
E va beh, non stiamo ad incavolarci: il buon David è tornato fra noi, le cose belle arriveranno. Magari poi con una buona medium ed una seduta spiritica ritorna pure Recoba, chi sa mai…
Meno male che ci pensa il solito cuore operaio del Toro, per cui il muratorino Lanna trova in tasca il raddoppio, rubando la scena a Ventola, ma chi se ne impippa, l’importante è il pareggio e palla al centro.
Per il resto poche cosa da segnalare, se non che la partita è stata bella e divertente (cosa davvero rara con i granata in campo…), che SuperComotto per essere chiamato in Nazionale probabilmente deve telefonare a Moggi o andare a giocare nelle riserve dei pulcini della Juve, perché sono almeno 3 anni che è in assoluto il migliore nel suo ruolo ma Donadoni non se lo incula neanche di pezza, e perdonate il sottile umorismo.
Non c’è altro da aggiungere: su Alessandro Rosina non dico niente. Lo amo e basta. Per cui può anche sedersi in mezzo al campo e fare un pic-nic durante la partita. Lui sarebbe comunque, e sempre, il migliore.